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al testo di Silvana Chirico
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LIUTI Sul piano finito un abbozzo di tela e un giorno ferisce l'attesa, ed ora, così tenera luce su luce riverbera, una tenerezza raccolta, un titolo senza nome. Il tempo ritardato all' istante rivelato al timore dell' eterno la accoglie, scoperta e ammaliata, un accenno di grazia. Una mano sugli occhi trasuda l' abitudine quotidiana, riveste la mente di niente, di un gioco di sguardi innocenti e la meraviglia che non conosce pietà.
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Silvana Chirico
- 24/06/2015 22:02:00
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Grazie, da oggi sono dei vostri, prendo il tuo come un augurio affinché la Musa non mi abbandoni mai....
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Roberto Maggiani
- 24/06/2015 21:57:00
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Sì Silvana, ma la prima parte. In ogni caso avanti con la scrittura, leggerò altro di tuo.
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Silvana Chirico
- 24/06/2015 21:54:00
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E una reazione. pensa come sarebbe brutto non avere nemmeno aperto il libro. Sai molto bene che questa più di altre è una poesia sofferta forse avrà i suoi tempi, spesso succede, forse ci ripenserai proprio per la reazione avuta e ti verrà il desiderio di allargarle le braccia, a me spezza il cuore tutte le volte che la leggo e credo davvero che sia bella. Ma è una mia opinione.Ancora di più lo penso perché ti ha mosso a commento, ha toccato le tue corde e non è poco.... ciao
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Roberto Maggiani
- 24/06/2015 21:37:00
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Cara Silvana. Grazie, fa piacere essere ascoltati nei commenti. Mi devi però perdonare ma la prima parte, secondo me, quella che ti ho segnalato anche nel precedente commento, è già di per sé una piacevole poesia, ha senso; quello che aggiungi dopo, secondo me, è molto debole, ma è il mio parere. Se aprissi un libro e trovassi i primi versi della tua poesia, andrei avanti a sfogliarlo, se leggessi la poesia intera come la proponi, chiuderei il libro.
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Silvana Chirico
- 24/06/2015 21:20:00
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"Bo" credo che sia riduttivo come commento. posso pensare che alcune poesie nel momento in cui le componi possano prendere la mano nella condizione di emotività in cui ci si trova. Ad ogni modo ho accolto gradevolmente il commento di R. Maggiani e ho modificato il testo. Rileggendo non ho perso lattimo del momento in cui lho scritta e il perché. Se rimane "difficile" da accogliere è perché è difficile di per sé il momento che descrive anche se a me risulta chiarissima: può non piacere, questo lo comprendo, ma gradirei commenti comunque costruttivi a semplicistici "bo". In ogni caso difendo le mie creature che come nate hanno diritto di nascere anche meno belle di altre o brutte, ma autentiche e vissute oltre che pensate.
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Roberto Maggiani
- 23/06/2015 11:18:00
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Cara Silvana, chi scrive poesie è una persona lodevole, sempre e in ogni caso, perché esprime qualcosa di sé o della realtà che lo circonda. Scrivere significa, anche, cercare di rivelare qualcosa di sé stessi o del mondo per necessità, altrimenti non si scriverebbe (almeno io non lo farei, avrei altro da fare), un po come mangiare è una necessità, altrimenti non si mangerebbe. Sophia de Mello diceva che scrivere poesie è come fare un cerchio intorno a un elemento del mondo per focalizzarlo... Ecco mi sento di scrivere tutto questo a commento di questa tua poesia che cerca, a mio avviso, di fare questo. Tuttavia, sempre a mio avviso, cè un cammino da fare di pulitura e "intensificazione" del verso poetico e della sua forma. La prima parte:
Sul piano finito un abbozzo di tela e un giorno ferisce lattesa, ed ora, così tenera luce su luce riverbera, una tenerezza raccolta, un titolo senza nome,
mi pare che "scivoli" bene, preparatoria a qualcosa, una sorta di rivelazione che, purtroppo, non avviene nella seconda parte del testo che, invece, si perde nei meandri di parole che si legano non bene e in modo un poco banale (uso la parola per farmi intendere bene, in tal senso la uso in una accezione positiva). Perché non provi a riscriverla usando meno parole impulsive e più ragionate? Un caro saluto. Grazie.
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francesco.innella
- 23/06/2015 11:16:00
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Bo
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